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Il Web fa bene anche alla musica

    Dopo anni di stallo, l’industria musicale ha imboccato una strada positiva grazie al Web e, in particolare, allo streaming online, che oggi in Italia rappresenta più del 36% degli introiti del settore. Un trend destinato anche ad aumentare nei prossimi anni, grazie anche alla diffusione ormai capillare di smartphone e dispositivi mobile e alla riscoperta del fascino del vinile.

     

    Il boom della musica online

    Nel dettaglio, è la Fimi (Federazione dell’industria musicale italiana) a fare il punto sul settore, rivelando in modo particolare che nel solo 2016 lo streaming musicale ha visto un incremento di 30 punti percentuali, con gli abbinamenti che continuano ad aumentare fino a toccare il 40 per cento in più rispetto al 2015, generando oltre 35 milioni di euro e rappresentando il 51 per cento di tutto il segmento digitale.

    L’importanza del Web

    Per fare un paragone immediato, lo streaming video nello stesso periodo è salito “solo” del 4 per cento (nonostante Netflix e servizi affini), come confermato da una ricerca Deloitte. Allargando l’analisi, comunque, emerge il quadro di un Paese in cui iniziano a farsi strada i servizi digitali e tecnologici, grazie anche al miglioramento infrastrutturale garantito dagli operatori tradizionali e dai nuovi attori del settore come Eolo, che ha lanciato la propria offerta Internet casa senza telefono che consente ai clienti di poter navigare ad alta velocità e stabilità, sfruttando a pieno le potenzialità dei servizi online.

    Migliaia di playlist

    Nello specifico, per spiegare il boom dello streaming musicale basta guardare i numeri del mercato: secondo la Fimi, le decine di piattaforme attive a livello globale offrono servizi attivi 24 ore su 24 e un database di oltre 43 milioni di brani disponibili, con migliaia di playlist condivise ogni giorno dagli utenti. Inoltre, contrariamente a quanto si poteva pensare, gli italiani sono sempre più propensi a sottoscrivere abbonamenti, per usufruire di servizi premium rispetto al modello gratuito sostenuto dalla pubblicità.

    Dati in aumento

    Dal 2012 a oggi i ricavi da abbonamento sono saliti del 1315% (milletrecentoquindici per cento!), trascinati anche dall’uso sempre più diffuso degli smartphone. Eppure, la conversione da free a pay resta nel nostro Paese ancora al di sotto della media globale. E tra le altre tendenze degli ultimi anni bisogna citare un fenomeno davvero curioso, all’insegna di un “ritorno al passato”.

    Il ritorno al passato

    Se infatti continua a scendere la quota di persone che comprano Cd ed effettuano il download di brani musicali dal web, assistiamo allo stesso tempo a una straordinaria ripresa degli acquisti di vinile: dopo anni di oblio, questo supporto ha praticamente raddoppiato la sua quota di mercato negli ultimi tre anni, ritornando al 6 per cento del totale e generando quasi 10 milioni di ricavi. Anche i teenager hanno riscoperto (o per meglio dire scoperto) il piacere dell’ascolto di un “vecchio” disco, al punto che anche gli artisti di tendenza in questi anni hanno lanciato i propri album anche in vinile.

    Il fascino del vinile

    L’ultimo esempio lampante arriva da Ed Sheeran e dal suo ultimo lavoro, Divide, proposto sia in versione digitale che in formato tradizionale, portandosi in breve tempo in testa tra i CD più venduti della Top of The Music e al primo posto anche della specifica chart del vinile. Nel Regno Unito, poi, il cantante ha totalizzato il 62% delle vendite con il disco fisico, realizzando la migliore performance di un album nella classifica del vinile da venti anni a questa parte (con dati altrettanto impressionanti sul versante streaming).