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Prestiti e Finanziamenti: come funzionano e chi può richiederli

    I prestiti e i finanziamenti non possiedono le medesime proprietà ma si differenziano sulla base di innumerevoli aspetti. Tra questi aspetti è possibile, ad esempio, citare: destinazione di utilizzo del finanziamento, importo concesso dall’istituto creditizio, garanzie richieste dalla banca, personalizzazione del rimborso e possibilità di far coesistere il prestito con ulteriori finanziamenti in corso. E’ in sostanza fondamentale sapere quali sono gli elementi essenziali delle principali forme di prestito, così da scegliere la soluzione più vicina alla propria situazione.

    Il prestito con delega di pagamento è una tipologia di prestito affine alla cessione del quinto stipendio in termini di procedure, ma in grado di consentire di ottenere una maggiore somma di denaro, potendo sfiorare i due quinti dello stipendio di chi ha richiesto questa forma di prestito. Si tratta di una tipologia di finanziamento riservata ai lavoratori dipendenti e dà la possibilità di rinnovare ed estinguere ulteriori finanziamenti. Al contrario della cessione del quinto stipendio, l’accettazione di questo tipo di pratica dipende dal datore di lavoro. Da ciò si evince che il prestito delega non è un diritto tutelato legislativamente.

    Una opzione di finanziamento non finalizzato è costituita dal prestito fiduciario, espressione con la quale ci si riferisce a un prestito concesso a dipendenti o autonomi e capace di consentire la risoluzione di problemi di liquidità economica attraverso l’erogazione di importi talvolta piuttosto corposi e la presenza di durate che consentono un buon grado di personalizzazione. Bisogna sapere che al fine di poter usufruire di un finanziamento di tal tipo è necessario, al contrario di quanto si verifica con altre tipologie di prestito, che il richiedente il prestito disponga di un’ottima reputazione creditizia e non risulti cattivo pagatore o protestato.

    Con l’espressione “mutuo a tasso fisso” si intende far riferimento alla forma di mutuo più semplice; si tratta della situazione in cui la percentuale d’interesse da corrispondere alla banca si mantiene immutata per la complessiva durata del contratto di mutuo. La scelta di un mutuo a tasso fisso conduce ad un grande vantaggio: il richiedente il prestito può conoscere sin da subito quello che sarà l’ammontare di tutte le rate da corrispondere all’istituto creditizio, avendo così la possibilità di amministrare efficacemente le proprie spese future. Il calcolo dei mutui a tasso fisso va compiuto sulla base di due parametri, ovvero il tasso IRS (tasso di base applicato ai mutui a tasso fisso) e lo “spread” applicato dalla banca. Per calcolare il tasso finale che verrà corrisposto alla banca risulta dunque fondamentale esaminare il valore del tasso IRS (che è reso noto ogni giorno da tutti i quotidiani che trattano di finanza) in relazione alla durata del mutuo scelto dal mutuatario (ad esempio, un tasso IRS a 5 anni differirà uno associato ad un numero di anni più elevato), e addizionarvi lo “spread” applicato dall’istituto erogante il prestito volendo fare un esempio pratico: nell’eventualità in cui si sia interessati ad un mutuo ipotecario della durata di 20 anni, se si ipotizza che il valore dell’IRS a 20 anni in quel momento ammonti a 4, 35%, e lo spread previsto dall’istituto mutuante equivalga a 1, 40%, il tasso fisso da pagare equivarrà alla somma dei suddetti valori: 4, 35% + 1, 40% = 5, 75%.

    Al contrario di ciò che si verifica con i mutui ipotecari con tasso fisso, nel caso dei mutui a tasso variabile il tasso di interesse si modifica (in genere ogni 6 mesi) in relazione a specifici valori particolari, presenti nel contratto di mutuo. Nell’ambito dei mutui a tasso variabile, l’interesse applicato dall’istituto bancario nasce dalla somma di 2 valori di riferimento: l’Euribor e lo spread previsto dalla banca. L’Euribor indica quanto costa il denaro per l’istituto creditizio. Diversamente dall’ Euribor, lo spread è controllato in modo diretto da parte dell’ente che offre il finanziamento e consiste in sostanza nella sua percentuale di guadagno. In linea generale si può osservare come sia previsto uno spread maggiore per i mutui di maggiore durata, nonostante questa non costituisca una legge assoluta. A titolo di esempio: con la presenza di un tasso Euribor del 2, 68% ed uno spread bancario di 1, 23% si avrà un tasso finale corrispondente a 3, 91%. Un eventuale crescita dell’Euribor porterà ad un maggiore tasso di interesse finale: nell’ipotesi in cui il parametro Euribor passasse al 2, 85%, il tasso di interesse complessivo da pagare alla banca sarebbe pari a 4, 08%.

    Le carte di credito “revolving” rappresentano una specifica tipologia di prestito, che dispone di caratteristiche avvicinabili sia al classico finanziamento personale che alle carte di credito tradizionali. Si tratta, in linea di massima, di carte di credito che danno l’opportunità di gestire mediante un certo numero di rate il rimborso del saldo di fine mese. Questi strumenti garantiscono ai loro proprietari una certa somma di denaro da spendere, che risulta assolutamente indipendente dalle risorse economiche depositate sul conto corrente, diversamente da quanto si verifica con le tradizionali carte di credito. La procedura di rimborso comporta il pagamento di un certo numero di rate; l’importo di ognuna di esse viene concordato con l’istituto finanziario.